Una mattinata perfetta – il Monithon a Potenza

La sensazione, a parlarne dopo tre giorni, ad emozioni (appena) sopite, è che sia successo qualcosa di bello, sabato 22 febbraio. Perché si sono coagulate intorno ad un’idea gruppi di persone, organizzazioni, professionalità, singoli cittadini che sarebbe stato difficilissimo mettere insieme volutamente, con una pianificazione ordinata e scientifica.
E poi c’era il sole, dopo settimane di grigio e di pioggia.
Ci siamo visti tutti davanti a Cibò, ormai diventato covo di innovatori sociali in generale e di cittadini monitoranti in particolare. C’eravamo tutti: Roberta, Michele, l’altro Michele, Sara, Tiziana e almeno altre 10 persone.
Il caffè. La distribuzione delle spillette con il logo Monithon. L’organizzazione (forse organizzazione è una parola grossa, diciamo piuttosto il “io vado lì, chi viene con me?”). Un sorriso per le telecamere 🙂

E si va.

Io sono con Peppe, Elena, Michele, Decio. Soprattutto sono con Sara “farfallina d’acciaio” Lorusso, una giovane brillante giornalista de Il Quotidiano della Basilicata.   La nostra meta è Largo D’Errico, in pieno centro storico di Potenza. Lì c’è un palazzo appartenuto ad una famiglia storica della città, ora di proprietà del Comune, che grazie ai fondi di coesione sta tentando di ricavarne uno spazio espositivo, per completare il “polo museale” del centro, insieme al Museo Nazionale Dinu Adamestaenu, che affaccia sulla stessa piazzetta. Imploso durante il terremoto del 1980 (erano crollati tetto e solai, miracolosamente in piedi le mura esterne), e rimasto a lungo inaccessibile e diroccato, Palazzo D’Errico  è stato oggetto di  varie ipotesi di riutilizzo del bene. Fino ad alcuni anni fa, quando in occasione del Bicentenario di Potenza Città capoluogo l’amministrazione lanciò l’idea di farne un polo museale dedicato al Risorgimento. Tra mille difficoltà di gestione e rimodulazione dei fondi e continui stop al lavori, il cantiere – terminata la messa in sicurezza – è da tempo in una fase di stasi.

In effetti lo spettacolo non allarga il cuore: il palazzo è interamente circondato da impalcature. I teli antipolvere ondeggiano, e tutto intorno c’è una recinzione che rende il sito inaccessibile. Facciamo qualche foto, dall’esterno. Stiamo quasi per andarcene, un po’ delusi, quando ci rendiamo conto che qualcuno ci sta guardando, con benevola curiosità. Ci presentiamo. Lui è il signor Paolo, ha una bottega di barbiere nel vicoletto che dà sulla fiancata di palazzo D’Errico, e sa tutto di quel luogo. Sara non se lo lascia sfuggire, e si fa raccontare tutta la storia. Il signor Paolo ha perfino una foto storica, dentro la sua bottega, nella quale ci invita ad entrare, di com’era largo D’Errico prima del terremoto, negli anni ’70 (le interviste e il video del sopralluogo sono state allegate alla scheda di monitoraggio). Un altro pezzo di mondo, rispetto ad ora: nel cortile c’era un’edicola di giornali, di cui alcuni di noi si ricordavano, e di cui possiamo ora testimoniare l’esistenza.

Ce ne andiamo. A Piazza del Sedile, poche decine di metri più in là, un altro colpo di fortuna: incontriamo il sindaco di Potenza che esce dal Municipio. Altra intervista, altre foto.

Ormai abbiamo tutto quello che ci serve per compilare la scheda.
Il sole c’è ancora.
Come dicevo, una mattinata perfetta.

Monithon 2014: una “radiografia” completa all’Anello Ferroviario di Palermo

Intanto le presentazioni….

A questo “monithon” hanno lavorato cinque palermitani, tutti innamorati della propria città. Hanno fatto parte di una gran bella squadra…:

La scheda del monitoraggio la trovate qui.

Perché un monitoraggio pre-cantiere

La chiusura dell’’anello ferroviario è un’opera per la mobilità che si appresta ad essere cantierizzata. Impatterà sul tessuto urbano e, a lavori conclusi, sulla mobilità cittadina.

Essa prevederà lavori in sotterranea, scavi e recinzioni nelle zone centrali e nevralgiche del capoluogo siciliano.

Sebbene sia impensabile adesso apportare modifiche strutturali ad un’opera di queste dimensioni, vi sono tuttavia altri aspetti complementari che meritano un focus da parte della cittadinanza. Il gruppo di lavoro promotore di questo monitoraggio ha ritenuto importante ricostruire la storia del progetto attraverso i suoi milestones principali e spiegare ad esempio il perchè del ritardo accumulato dall’opera, così da scongiurare la disinformazione e facili conclusioni disfattiste.

Con la seguente ricostruzione vogliamo dare la possibilità ad ogni cittadino di sapere perchè l’opera ha subìto un sensibile rincaro dei costi di realizzazione e uno slittamento in avanti nei tempi di consegna. Ci siamo spinti oltre, individuando criticità e suggerimenti dal punto di vista comunicativo e gestionale, avvalendoci del parere dei nostri intervistati, oltre che dalle nostre personali analisi. L’auspicio conidiviso è che questi spunti possano essere recepiti favorevolmente dai gestori dell’opera affinchè domanda e offerta dei servizi previsti possano avvicinarsi ulteriormente.

Perchè, vogliamo ricordarlo, un ulteriore stralcio dell’opera dovrà essere ancora oggetto di finanziamento.

 

Breve descrizione del progetto

se non vedi la mappa qui sotto, aggiorna la pagina premendo F5

per visualizzare la mappa a schermo intero clicca qui

  • Soggetto attuatore: Rete Ferroviaria Italiana
  • Beneficiario dell’opera: Comune di Palermo
  • Costo dell’opera : 152.095.270,00 €
  • Durata dell’intervento: 1095 gg dalla consegna dei lavori

L’intervento previsto è il completamento di un anello ferroviario ad unico binario, in parte esistente e funzionante, con la creazione di nuove fermate. Nello specifico, tale tracciato inizia e termina alla stazione ferroviaria Notarbartolo, dove si attesta un’altra opera ferroviaria, il Passante Ferroviario (Nodo di Palermo) e la futura Metropolitana Leggera Automatica.

I lavori di chiusura del tracciato saranno suddivisi in due stralci funzionali. Il primo prevederà l’ampliamento della linea da Giachery a Politeama, con la creazione della fermata Libertà e Porto.

Il secondo stralcio, ancora in attesa di finanziamento, provvederà a realizzare l’ultimo segmento dalla fermata Politeama alla stazione Notarbartolo, con l’istituzione della fermata Malaspina.

 Ad intervento completato, sarà possibile effettuare un giro completo sulla linea in 17-18 minuti.

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 Dal 2005 a oggi. Perchè tutto questo ritardo?

La vera chimera per i cittadini odierni è provare a capire anche solo l’1% degli iter burocratici che stanno a monte di queste grandi opere. Sino ad oggi pochi ci riescono per la natura già complicata degli iter stessi e per la capillarità di norme, procedure e ricorsi che si intrecciano senza soluzione di continuità.

Attraverso un reperimento di atti pubblici , il gruppo di lavoro ha così provato a ricostruire un puzzle veramente grande e frammentato di notizie, degno di un copione da telenovela televisiva.

Cominciamo dall’inizio, ovvero dall’APQ (Accordo di Programma Quadro) del 2001 che viene stipulato tra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ferrovie dello Stato e Regione Siciliana per effettuare un potenziamento delle infrastrutture ferroviarie in Sicilia.

Lì è già previsto la chiusura dell’Anello Ferroviario, primo stralcio.

 Si procede al reperimento dei fondi necessari alla realizzazione dell’opera e soltanto nel 2005 il Decreto D.D.G. 1140/2005 finanzia l’opera per un importo complessivo di circa € 124mln, così dipartito:

  • 45 mln € ca. risorse liberate dalla POR Sicilia 2000-2006
  • 8 mln € Delibera CIPE 142/99
  • 69 mln € fondi statali (L. 211/92)
  • 258k € Delibera Giunta Comunale di Palermo n.827/2000

Stanziati i fondi, circa un anno dopo viene pubblicato il bando di gara (26 Maggio 2006).

Da questo momento cominciano le complicazioni, a partire dall’aggiudicazione provvisoria dell’ “Ati Tecnics” di Catania avvenuta il 21 Giugno 2007.

Già a Luglio 2007, dunque appena un mese dopo, la ditta “Salini-Locatelli” seconda in graduatoria fa ricorso al TAR per presunte irregolarità nell’aggiudicazione dell’appalto.

A Novembre 2007 il TAR si pronuncia respingendo il ricorso.

I primi mesi del 2008, precisamente nel mese di Gennaio, la “Salini-Locatelli” a testa bassa ricorre nuovamente al TAR, ma del Lazio.

Nel frattempo ITALFERR (Società di Ingegneria del Gruppo “Ferrovie dello Stato”) dà mandato a “Tecnics” (azienda aggiudicataria dell’appalto) di iniziare immediatamente i lavori, nonostante il ricorso al Tar sia ancora in corso.

 Appena 4 giorni dopo il mandato di ITALFERR, arriva inesorabile il verdetto del Consiglio di Stato che accoglie la richiesta di “Salini-Locatelli”, seguito da altrettanto parere positivo del TAR del Lazio nel Maggio 2008, il quale annulla l’aggiudicazione a “Tecnics”.

Mentre il TAR del Lazio dunque sentenzia parere favorevole alla richiesta della “Salini-Locatelli” che si appresta ad a divenire la nuova aggiudicataria, la “Tecnics” avanza istanza apposita che viene accolta dal Consiglio di Stato (sentenza 250/2009).

Seguono passaggi burocratici che sfociano nella sottoscrizione della definitiva convenzione tra “Tecnics” e “Italferr” il 21 Settembre 2009.

Sono passati circa 4 anni per sancire in via definitiva la ditta che realizzerà l’opera, ovvero la Tecnics di Catania.

 Ma andiamo avanti, perchè quando tutto sembra volgere alla risoluzione, nascono nuovi problemi.La “Tecnics” a Marzo 2010 avanza una rideterminazione dei termini contrattuali realtivamente al termine ultimo di 180gg. inerente la consegna del progetto esecutivo e quindi alle conseguenti penalità per ciascun giorno, oltre il 5°.

Inoltre, la stessa azienda avanza una rimodulazione dei tempi di consegna del progetto esecutivo a seguito di un censimento dei sottoservizi. Si lamenta infatti l’incompletezza e l’imprecisione delle informazioni fornite dagli Enti proprietari o gestori dei servizi.

 Tali valutazioni provocano dunque una lievitazione dei costi iniziali di realizzazione dell’opera, ma RFI (Rete Ferroviaria Italiana) nell’Aprile 2011 non ritiene meritevole di approvazione tale istanza e valuta l’eventualità di risolvere il contratto con “Tecnics” qualora non fosse disposta a rivedere il proprio progetto.

Si procede così a valutare alcuni scenari perseguibili, reperendo nuovi fondi:

  • Scenario “A” : realizzazione dell’intervento dalla “Fermata Giachery” fino alla “Fermata Porto” (inclusa) con la contestuale realizzazione anche della “Fermata Libertà” ed escludendo, pertanto, sia il prolungamento fino la prevista “Fermata Politeama” che tutte le rimanenti opere;

  •  Scenario “B”    :    realizzazione dell’intero percorso compreso tra la “Fermata Giachery” e la “Fermata Politeama” (inclusa) rimandando, ad una eventuale fase successiva, la realizzazione delle Fermate “Libertà” e “Porto” e del relativo sottopassaggio per l’attraversamento dell’incrocio Crispi/Amari.

Si simulano eventuali soluzioni ibride. Viene prediletto lo scenario B, per un importo pari a circa 140mln €.

Nel frattempo, la Comunità Europea richiede documentazione necessaria per rilasciare il nulla osta della scheda “Grandi Progetti” all’opera “Anello Ferroviario, previste per interventi finanziati oltre i 50 mln €.

La Regione Siciliana intanto finanzia altri 27 mln € ricorrendo a fondi ricavati a cavallo tra le programmazioni 20007/2013 e 2014/2020 nel settembre 2012, consentendo così la realizzazione delle fermate “Porto” e “Libertà” già nello scenario B.

Soltanto a Novembre 2013 arriva l’ok della Comunità Europea sulla scheda “Grandi Progetti”.Si può così procedere con l’emanazione del Decreto Regionale DDG 3323 del 27 Gennaio 2014 che da così via libera all’opera.

 Il 7 Febbraio 2014 arriva il via libera anche dal Comune di Palermo che con approvazione di Giunta consente l’avvio dei lavori entro 60 gg.

Il resto è storia dei giorni nostri. L’azienda adesso avrà 1095 gg (come da progetto esecutivo) per terminare l’opera.

Ma la gente cosa ne sa dell’Anello Ferroviario?

Volevamo capire quanto la gente fosse a conoscenza del progetto e quali fossero le reali potenzialità dell’Anello Ferroviario, quindi ci siamo prefissati tre domande per noi fondamentali da sottoporre ad un piccolo campione di persone.

Una doverosa premessa: l’attività di sondaggio così proposta ha soltanto valore indicativo e per nulla scientifico, a causa del numero esiguo di intervistati. Tuttavia, testare un piccolo campione di utenti può fornire alcune indicazioni di massima sulle criticità da risolvere nel progetto.

La prima domanda riguarda la conoscenza dell’infrastruttura, sia come progetto sia come opera già realizzata e in parte utilizzata.

Le risposte sono state classificate con una numerazione da 0 a 5:

  • 0 Non ha idea di cosa stiamo chiedendo
  • 1 Ne ha solo sentito parlare, ma non conosce nulla in merito
  • 2 Ne ha sentito parlare, ma lo confonde con le altre opere cittadine che si stanno realizzando quindi il Tram e il Passante Ferroviario
  • 3 Conosce l’opera per sommi capi
  • 4 Conosce l’opera ed è coscente dell’avanzamento della stessa
  • 5 Conosce approfonditamente l’opera, i vari iter burocratici e riesce con padronanza a distinguerla con gli altri progetti

La seconda domanda riguarda invece l’effettivo utilizzo che il cittadino potrebbe farne ed abbiamo quindi chiesto:

 “Supponendo che il servizio sia attivo e ben funzionante, pensi che utilizzeresti l’Anello Ferroviario per spostarti all’interno della città?

La terza e ultima domanda concerne i metodi di comunicazione che potrebbero essere adottati per informare quanta più gente possibile su cosa e come si stia realizzando l’opera.

La domanda posta è: “In che modo vorresti ricevere dal comune di Palermo informazioni riguardo il progetto?” La risposta è stata resa libera.

Da questo sondaggio effettuato su un campione forfettario di 40 cittadini di Palermo, divisi in due fasce di età: under 30 anni e over 30.

L’eta media del campione di venti persone è di 53,85 anni per la fascia over 30. L’eta media del campione di venti persone è di 22,95 anni per la fascia under 30

Over 30:

Come si nota dal grafico a torta il 90% degli intervistati ha una scarsa conoscenza dell’opera e o non la conosce proprio, o ne ha solo sentito parlare o la confonde con il tram e il passante ferroviario.
Solo due persone su venti hanno dimostrato di conoscere bene l’opera.

 

Under 30:

Come si nota dal grafico a torta il 40% degli intervistati ha una scarsa conoscenza dell’opera e o non la conosce proprio, o ne ha solo sentito parlare o la confonde con il tram e il passante ferroviario.
Fortunatamente però la percentuale di persone che conoscono l’opera è maggiore in questa fascia d’età con il 60% di buona o ottima conoscenza dei progetti.

 

Over 30:

 Come si nota dal grafico il 70% è favorevole all’utilizzo, premettendo però una alta frequenza e minimi ritardi delle corse.

 

Under 30:

Come si nota dal grafico il 60% è favorevole all’utilizzo, premettendo però una alta frequenza e minimi ritardi delle corse.

Over 30:

Le pubblicità sui giornali, dei manifesti pubblicitari e un sito internet aggiornato sono le scelte principali richieste dagli intervistati.

 Under 30:

Com’era prevedibile la fetta maggiore del grafico la occupa internet, ma non stupisce affatto il dato relativo al 27% dei manifesti o cartelloni pubblicitari che evidentemente rappresentano lo specchio di una fetta di collettività legata ancora ai tradizionali mezzi di comunicazione.

Vi proponiamo il video di un’intervista eseguita da Fabio Nicolosi ad un nostro amico, Geri, che facendo un pò a pugni con un pò di imbarazzo da videocamera, ha risposto alle domande sull’Anello Ferroviario condendo il tutto con un pò di sano divertimento. Ovviamente non fate caso all’identità che dichiara di avere, fa parte della farsa. Ma vi assicuriamo che le sue risposte sull’opera sono assolutamente sincere.

Conclusioni

Riguardo la conoscenza dell’opera c’è ancora tanta disinformazione e questo dovrebbe stimolare i vari soggetti interessati a pubblicizzare l’intervento in vista della sua strategica importanza nella rete urbana dei trasporti.

Le positive percentuali di chi vorrebbe utilizzare il servizio denotano (almeno a parole) una volontà diffusa del cittadino di lasciare a casa il proprio mezzo privato. Manca al momento una risposta con i fatti del gestore dell’infrastruttura che di contro non garantisce sempre puntualità, regolarità e frequenza delle corse, scoraggiando l’utenza.
Deduciamo dai grafici che gli strumenti più richiesti per informare la cittadinanza siano sicuramente i tabelloni da installare nelle zone limitrofe le aree interessate dai lavori, al fine di comunicare eventuali chiusure di strade e i vari stati di avanzamento del progetto;  stessa cosa potrebbe avvenire su internet direttamente sul sito del comune o anche su un sito appositamente dedicato all’Anello Ferroviario.

Googliamo “Anello Ferroviario”: cosa e come comunica il Comune di Palermo?

Abbiamo “incaricato” uno di noi, l’emigrato Francesco che di mestiere fa il service designer, affinchè effettuasse una ricerca approfondita di informazioni sull’opera tra siti e strutture istituzionali, così da verificare l’efficienza comunicativa dei soggetti responsabili dell’Anello Ferroviario.

Vale la pena riportare la sua esperienza, di seguito commentata in prima persona:

Collegato al sito istituzionale subito entro nel panico: ci sono decine di link che ricordano la parte barocca della città costringendo fortemente il mio sguardo da lettore a ricercare una informazione specifica tra una cascata infinita di testi e immagini.

Se digito su Google: “anello ferroviario comune di palermo” – il sito del Comune di Palermo appare come quarto risultato.

Cliccando control- F sul sito comunale verifico se le informazioni siano in prima pagina ma il risultato e’ negativo! Digito ANELLO FERROVIARIO sul motore interno al sito: in questo caso trovo 71 risultati: a parte i primi due, sembrano tutti organizzati in ordine cronologico a partire dal più recente!

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Il primo risultato e’ datato 8 Gennaio 2014 e mi fa sapere che la Regione ha emesso ilfinanziamento di 27 milioni di euro per i lavori di completamento dell’AF !!

Scopro nel documento che ci saranno delle interferenze con la mobilità in aree densamente trafficate. Solo non capisco quando inizieranno i lavori per cui non so quali zone saranno per prima affette dalla creazione dei cantieri e quindi da problemi di mobilità locale!

Seguono decine di altre note che di fatto sono informazioni e attività sull’opera completamente disaggregate tra loro e di difficile comprensione per chi si approccia per la prima volta a questo progetto. Il tutto condito da dichiarazioni qua e là di Sindaco e assessori.

Da questa prima ricerca, dal sito del Comune di Palermo non si evince ad esempio il nome dell’impresa appaltante né si evince la scala di responsabilità relativa a ciascun soggetto e stakeholder (portatore di interessi) responsabili dei lavori. Non capisco quali misure verrano realizzate per mitigare il disagio sulla mobilità, visto che la durata prevista dei lavori é di circa tre anni.

Non vi è una scheda dell’opera dettagliata!

Mi piacerebbe da cittadino e da progettista di servizi (service designer) trovare una mappa e delle visualizzazioni che mi permettano d’avere contezza dell’impatto dell’opera su tutti i stakeholders, in primis sulla qualità della vita dei residenti nei prossimi 5-10 anni e su quella di chi generare ricchezza, le imprese locali, in particolari modo.

Mi interessa capire le ripercussioni previste sul turismo di una città che presenterà cantieri nelle zone più visitate dai turisti e quali misure verranno prese per mitigarne i disagi.

Per quanto riguarda la ricerca di un contatto comunale che mi potesse fornire  informazioni sull’opera e sugli atti amministrativi posti in essere dal Comune, ho trovato l’URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico) http://www.comune.palermo.it/urp.php che per legge dovrebbe occuparsi di questo. Il problema é che bisogna recarsi direttamente in ufficio e non é possibile accedere alle necessarie informazioni in via remota!!! In pratica agiscono da filtro e non viene data la possibilità al cittadino di inviare un feedback, commentare un aspetto che ritiene importante. Non vi è dunque un canale di conversazione a disposizione per la collettività che ritengo fondamentale.

Risulta evidente come non sia questo l’ufficio a garantire l’accesso agli atti ma debba essere il sito del comune – ed il Comune più in generale – a pubblicare online e di default tutti i dati prodotti dalla sua attività amministrativa attraverso gli OpenData. Nella fattispecie utilizzando grafici e tutti quegli strumenti che permettono a chi ne usufruisce di avere una prospettiva olistica dell’ecologia del servizio e non una visione limitata e parziale.

Tenute in conto le dovute differenze e proporzioni, vorrei segnalare questo progetto http://www.kingscross.co.uk/the-development che é un macro-progetto di rigenerazione urbana londinese di 25 anni (e non 3!) e che avrà ripercussioni tali da generare un nuovo CAP in città.

L’aspetto interessante mi pare sia il modo interattivo in cui viene comunicato il progetto, attraverso testi, ma anche video, interviste, mappe e visualizzazioni non convenzionali. Funzionalità perfettamente indicate anche per un progetto di mobilità che insiste particolarmente sulla dimensione geografica e la percezione dello spazio.

Ritengo che l’Amministrazione debba modernizzarsi sotto l’aspetto comunicativo attraverso l’apporto di professionisti esperti di design dell’Informazione – come presento/visualizzo informazioni complesse per renderle di semplice comprensione – e architettura dell’Informazione – come organizzo la geografia di un sito in maniera tale da rendere intuitiva e facile l’esperienza dell’utente che si collega e cerca nel sito le informazioni nella maniera più immediata possibile.

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Un parere più tecnico: le prime versioni dell’Anello e una valutazione da addetti ai lavori

Abbiamo voluto scambiare due chiacchiere con chi “mastica” giornalmente trasporti e potesse fornirci un parere più autorevole e tecnico sull’opera.

L’Ing. Giuseppe Trapani, attuale preside del C.I.F.I. (Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani) sez. Palermo, nonchè Ex Direttore Regionale Trenitalia Sicilia, si è reso immediatamente disponibile. Con lui abbiamo intanto indagato sulla genesi dell’opera:

L’attuale tracciato è una rivisitazione più ampia di un’antica linea (poi dismessa) che collegava la Stazione C.le al Porto, già realizzata e visibile in una mappa della città del 1893.

(fonte: www.lasiciliainrete.it)

Intorno al 1953 venne creato un anello più largo, che raggiungeva lo scalo Sampolo (limitrofo al porto) e consentiva il collegamento diretto dalla Stazione C.le per il solo trasporto merci.

Nei primi anni 90 si pensò di utilizzare questro tracciato anche per il trasporto passeggeri. Venne realizzato un progetto di massima in cui il tracciato esistente si ricongiungeva alla Stazione C.le attraverso una metro-tram di superficie, percorrendo via Roma.

Il nostro intervistato ha mostrato diverse perplessità sull’abbandono di questa soluzione progettuale che avrebbe connesso l’attuale tracciato con la Stazione Ferroviaria di Palermo, connotando l’opera di un alto valore strategico, soprattutto per il collegamento tra nodi di interscambio tra i vari hub trasportistici (porto, stazione c.le, stazione Notarbartolo).

La politica dell’epoca partorì un’opposizione tra diverse linee di pensiero che di fatto non consentirono il completamento della progettazione. La fermata “Porto” non venne realizzata per l’opposizione dell’Ente Porto che vedeva compromessa la viabilità interna della sua area.

Per cui la chiusura venne “interrotta” e, in concomitanza dei Mondiali di Calcio del 1990, vennero istituite nuove fermate come Fiera, Imperatore Federico e Giachery (ultima stazione della linea).

Tornando ai giorni nostri, ci siamo soffermati sul perchè il tracciato non preveda un secondo binario. Secondo l’Ing. Trapani la domanda di mobilità cittadina della zona interessata non giustifica la spesa per la sua realizzazione.

Facendo una rapida proporzione molto approssimativa, saranno spesi circa 150 mln € per realizzare ¼ dell’intero anello, dunque per istituire anche il secondo binario in tutto il percorso il costo finale verrebbe almeno quintuplicato.

Sicuramente, secondo l’Ing. Trapani, un apporto consistente di passeggeri potrà provenire dalla nuova fermata “Libertà”, uno dei punti più distanti dall’hub Notarbartolo, anche per la presenza di uffici e scuole nelle zone limitrofe. I giovani, in tal senso, sono i principali fruitori del servizio esistente.

I convogli all’interno dell’anello circoleranno in un unico senso di marcia. Qualora il traffico passeggeri dovesse aumentare, si potrebbe sempre ricorrere alle stazioni di scambio (Fiera, Politeama) per effettuare corse in entrambe le direzioni.

Proprio la fermata “Libertà”, secondo il nostro intervistato, sarà la prima fermata ad essere realizzata, in quanto andrà realizzata una rampa (e annesse opere accessorie) che consenta l’accesso al binario.

Successivamente egli ipotizza i lavori lungo l’asse Porto – Politeama dove prospetta anche le maggiori criticità. Criticità legate all’impatto dei cantieri su strade ampiamente trafficate per la loro vicinanza al centro cittadino, commerciale e turistico. Si pensi che nel periodo primaverile-estivo almeno due navi da crociera sbarcano settimanalmente al porto di Palermo. L’Ing. Trapani presume che la ditta procederà nei lavori utilizzando la tecnica del cut&cover, per piccoli segmenti, evitando la chiusura totale delle arterie viarie (sebbene questa tecnica comporti la lievitazione dei costi).

Pensiamo al futuro.

L’Anello Ferroviario sarà inanzitutto “digerito” ed apprezzato dalla cittadinanza se e solo se verrà avviato ADESSO un piano di comunicazione attento ed efficace, perchè l’arrivo dei cantieri in città e i conseguenti disagi andranno ampiamente previsti e comunicati.

Ma aspetto fondamentale, legato al funzionamento del servizio espletato, sarà la presenza di una regia. Secondo l’Ing. Trapani, Palermo pecca di un coordinamento centrale che gestisca l’ambito dei trasporti. Potranno essere spesi fiumi di quattrini in opere ambiziose, ma senza le dovute connessioni con gli altri mezzi di trasporto, ogni sforzo di riuscita sarà vano. Si pensi ai servizi navetta annessi alle singole fermate, al ripensamento della rete autobus limitrofa e alla sincronia delle corse, nonchè ad una visione più ampia legata al Piano Urbano del Traffico e alle nuove aree pedonali che sono in via di istituzione. Occorre creare le condizioni affinchè utilizzare quest’opera di mobilità sia conveniente e non “obbligata”.

In tutta questa attività, soltanto la Regione (fornendo indirizzi alle aree metropolitane) e soprattutto il Comune avranno voci in capitolo e molte responsabilità.

Abbiamo ritenuto interessante avere un ulteriore punto di vista, intervistando un dottore di ricerca  in tecnica ed economia dei trasporti dell’Università di Palermo, Ing. Antonino Lo Burgio.

Così come il precedente intervistato, l’Ing. Lo Burgio ha sottolineato come l’Anello Ferroviario, servendo una zona ristretta della città, abbia la necessità di essere perfettamente collegata e sincronizzata con gli altri vettori del trasporto pubblico.

Tuttavia egli si pone la domanda se un investimento tale (ricordiamo 150mln € solo per il primo stralcio) giustifichi una domanda di mobilità locale comunque bassa o di nicchia. In tal caso, la domanda di mobilità va “creata” con appositi provvedimenti strategici da parte di una regia che, secondo l’ingegnere, non esiste ancora.

Come creare “domanda”? Sicuramente disincentivando l’utilizzo del mezzo privato con interventi forti e sanzioni (aumento prezzo del pass per l’ingresso in ZTL, etc.). Senza una volontà politica seria nell’attuare queste misure, qualsiasi investimento rischierà di risultare sprecato.

Viene ancora una volta sottolineato l’aspetto strategico della gestione futura che dovrà prevedere per forza unicità nel titolo di viaggio (tutt’ora assente) tra le diverse tipologie di trasporto, oltre che connessioni intermodali frequenti.

L’anello non è collegato con parcheggi di interscambio e questo viene visto come un grosso limite dal nostro intervistato, in quanto non sarà possibile attivare iniziative commerciali quali park&ride etc. per incentivare l’utilizzo del mezzo ferroviario o altri strumenti della mobilità sostenibile.

A opera ultimata il servizio dovrà avere grande appeal verso i suoi futuri utenti anche per una questione prettamente finanziaria. Senza opportuni ricavi, l’opera difficilmente potrà autosostenersi. Per questo il nostro intervistato auspica frequenze molto alte.

Infine, un suggerimento commerciale: nella fase iniziale di messa in servizio dell’opera, occorreranno promozioni, sconti e iniziative per far utilizzare l’Anello Ferroviario e farlo conoscere ai suoi futuri passeggeri, così da mostrarne pubblicamente la funzionalità e l’utilità anche a coloro che, sulla carta, non penserebbero mai di fruirne.

Considerazione finale

Scorrendo questo report nascono tante piccole/grandi riflessioni, che in qualche modo lasciamo metabolizzare al lettore durante la lettura dei paragrafi.

L’Anello Ferroviario non è un’infrastruttura che da sola risolverà i problemi di mobilità a Palermo . E’ soltanto un tassello di un puzzle più grande che prevede altre opere, altri interventi e soprattutto soggetti istituzionali. Proprio quest’ultimi avranno in grembo la più grossa responsabilità, che non sarà la mera realizzazione dell’opera, ma la sua gestione e conservazione.

Da questo monitoraggio apprendiamo che il principale problema avvertito dalla collettività è la capacità di gestione delle infrastrutture, non tanto la loro realizzazione. Un giudizio dettato dall’esperienza?

E proprio in queste attività di revisione si comprendono le vere difficoltà degli appalti pubblici dove ogni attore viaggia a velocità diverse ed è veramente difficile sincronizzare tutti secondo un piano programmatico e preciso.

Basti pensare che in un’area metropolitana come quella palermitana non esiste una mappa delle sottoreti (cavi elettrici, telefonici, tubature, ecc.) giusto per fare un esempio. Una negligenza amministrativa stratificata nei decenni passati che oggi paghiamo in termini di incognite e aggravio dei costi nelle progettazioni.

Manca decisamente una visione generale e lungimirante dei territori che porta i governi locali a procedere spesso con soluzioni tampone disconnesse dal contesto, fisico e sociale.

Ma la più grande zavorra riscontrata è la straordinaria capacità della legge di poter “azzoppare” un intervento infrastrutturale di queste proporzioni rallentandone infinitamente la sua esecuzione procedurale, fino a renderlo obsoleto nel momento in cui lo si realizza.

 

 

Monithon all’Open Data Day di Napoli: domani visitiamo la linea Cumana

Domani Monithon sbarca in grande stile all’Open Data Day di Napoli!

Appuntamento domani sabato 22/2 alle 14.30 presso la Scuola Politecnica e delle Scienze di Base, Università di Napoli Federico II, Aula Scipione Bobbio, Piazzale Tecchio, 80 – 80125 Napoli, ex Facoltà di Ingegneria

Il tema del nostro monitoraggio saranno due linee della metro di Napoli che hanno ricevuto finanziamenti europei:

  1. la Linea 1, su cui il progetto Diritto di Accesso Civico ha già iniziato a raccogliere informazioni
  2. la linea Cumana, che andremo fisicamente a visitare

In particolare, la linea Cumana è stata oggetto dei finanziamenti del PIT “Campi Flegrei” nella programmazione 2000-06, un’azione integrata di finanziamento che ha contemplato non solo interventi per la mobilità, ma anche per i beni culturali (parco archeologico, misura 2.2 del POR Campania) e il finanziamento alle imprese (come il B&B a ridosso dell’area dove domani faremo una pausa caffé).

Andremo poi alla ricerca della “stazione fantasma”, la stazione di Baia, realizzata con il contributo dei fondi strutturali  ma attualmente inutilizzata.

Per monithon.eu parteciperanno Marta Pieroni e Luigi Reggi. Già arruolati i ragazzi dell’I.T.I.S. Augusto Righi di Napoli che stanno partecipando a A Scuola di OpenCoesione e che hanno scelto proprio questo tema come project work.  Parteciperanno poi gli studenti di Ingegneria dell’Università di Napoli Federico II e gli studenti del progetto Diritto di Accesso Civico dell’Università di Salerno.

Gli obiettivi del pomeriggio monitorante sono:

  1. raccogliere informazioni sullo stato delle linee per il loro confronto attraverso visita diretta (foto, video, reporting)
  2. focalizzare le domande più interessanti sui finanziamenti europei per le due linee e le possibili fonti (fatti, dati, interviste)
  3. redarre un Report di monitoraggio civico con le informazioni raccolte durante giornata
  4. pianificare successive visite e ulteriori raccolte di informazioni

Ecco infine il programma:

14.30 Introduzione ai lavori e collegamento con Roma [Luigi Reggi]
14.45 Le informazioni raccolte sulla Linea 1 da “Diritto di Accesso Civico” [Daniela Vellutino]
15.00 Visita alla Linea Cumana:
15.15 Partenza dalla stazione di Mostra Oltremare
15.40 Arrivo alla stazione di Fusaro (finanziamento EU)
Discesa verso l’area archeologica, visita (finanziamento EU)
Uscita presso il B&B “Batis” (finanziamento EU)
16.10 Visita alla “stazione fantasma” di Baia (finanziamento EU)
16.30 Partenza da Fusaro
17.00 Rientro in sede Open Data Day
17.15 Condivisione dei materiali e redazione del report della giornata
18.30 Fine lavori

percorso napoli

“Matera è, come tutta la Lucania, terreno adatto agli esperimenti sociali”: verso la maratona di monitoraggio del 22 febbraio.

Le parole del titolo sono del giornalista Guido Piovene e sono tratte da Viaggio in Italiasaggio scritto a seguito dei suoi viaggi effettuati su incarico della Rai tra il 1953 ed il 1956. 

Negli anni ’50, a seguito dello sgombero dei Sassi, la città di Matera divenne un laboratorio di innovazione sociale. La Commissione per lo studio della città e dell’agro di Matera, istituita da Adriano Olivetti, curò la progettazione e la creazione di nuovi quartieri, avvalendosi non solo di urbanisti ma anche di esperti in diverse discipline quali storia, demografia, economia, urbanistica, paleoetnologia, sociologia. Tra i quartieri così nati c’è il borgo La Martella. Le speranze di sviluppo, alimentate dalle leggi della Riforma Agraria, furono disilluse dai processi di trasformazione socio-economica e dal declino della cosiddetta “civiltà contadina” che hanno cambiato la fisionomia del Sud d’Italia.

La Martella ha così sofferto il degrado che affligge tutte le periferie. La candidatura di Matera a Capitale della Cultura Europea 2019 è divenuta un’occasione per ripensare alla riqualificazione di quel borgo nato su altissime basi metodologiche e progettuali perché progettato come città del futuro. E col Piano Città si sono trovate le risorse economiche con cui avviare questo processo.

In occasione della maratona del 22 febbraio sarà monitorato il progetto di riqualificazione del Teatro la Martella, i cui lavori sono stati già avviati.

Tra i progetti previsti dal Piano Città di Matera c’è anche la ricostruzione della scuola di Via Bramante (uno dei plessi scolastici più importanti, frequentato da 600 bambini), chiusa con ordinanza sindacale nell’agosto 2012 perché giudicata inidonea dal Centro di competenze sul Rischio Sismico della Regione Basilicata.

La ricostruzione della scuola di Via Bramante non è stata ancora avviata, ma le aspettative sono alte. L’assessore all’Urbanistica del Comune di Matera, Ina Macaione, ha presentato la futura scuola come il primo edificio scolastico 2.0 del Sud Italia, le cui realizzazione sarà improntata a questi principi: “risparmio energetico, massimo soleggiamento, verde, tempi e costi controllabili, economicità, velocità e sostenibilità”.

I genitori degli studenti dell’ex plesso di via Bramante vorrebbero perciò seguire con continuità i lavori, una volta che essi saranno avviati. Quindi nello stesso 22 febbraio sarà annunciata la seconda iniziativa dei monithorers materani: il monitoraggio permanente della scuola di via Bramante, che sarà coordinato durante il suo svolgimento da Rena.

Il tavolo di lavoro su Monithon sarà guidato da Mariella Stella, dalle h. 15.00 alle h. 19.00 presso Palazzo Lanfranchi.

Lucania s’è desta per Monithon 2014

Vivo a Potenza dalla nascita, e sento di non sbagliare se dico che nella mia regione, la Basilicata / Lucania (come preferite) da qualche anno qualcosa si muove. Un movimento lento e un po’ sotterraneo, defilato, come è costume delle mia gente (“Il lucano, più di ogni altro popolo, vive bene all’ombra“, diceva Sinisgalli) ma di giorno in giorno più evidente. Abbiamo deciso, in pochi concitati giorni e dopo uno scambio di concitati brevi tweet, di aderire a Monithon, una delle cose più mobilitanti che si potevano fare per celebrare l’Open Data Day 2014. E’ stata determinante la collaborazione di Apofil, l’agenzia di formazione ed orientamento della provincia di Potenza, che ha tirato dentro le scuole, perchè il monitoraggio civico si impara da piccoli.
Ma ci sono rivoli ed addentellati di gruppi di cittadini partiti prima, o durante, o subito dopo di noi.
Provo a riassumere.

Monitoraggi organizzati con Apofil e con le scuole (per info – Ida Leone o Franca Coppola):

Monitoraggi organizzati da gruppi di cittadini:

Tutti i monitoraggi, in particolare quelli che hanno a che fare con i beni culturali, sono realizzati a sostegno della candidatura di Matera a Capitale Europea della Cultura per il 2019.

Foto di Donato Fusco.

 

Come si investe nella cultura? Vieni a scoprire il progetto di riqualificazione del Museo Egizio di Torino.

È importante esser consapevoli che la cultura è un settore economico, che produce utili e genera occupazione. Nonostante in Italia vi sia un patrimonio storico, architettonico e culturale immenso, spesso viene considerato dai decisori, dai media e dai cittadini solo un costo, un settore inutile all’economia e alla nostra vita. Nulla di più sbagliato.
Noi crediamo che la cultura, come il turismo, sia uno dei punti di forza della nostra società e che possa esserlo anche della nostra economia. Servono quindi ora politiche, piani, progetti e investimenti: strumenti indispensabili per tramandare la bellezza e creare lavoro e occupazione nel settore.
A Torino, grazie a fondi europei, nazionali e regionali, si sta realizzando un grande progetto di riqualificazione del Museo Egizio. L’intervento prevede oltre 3 anni di lavoro per un importo di oltre 15 milioni di euro e consentirà di restaurare, ampliare e mettere in sicurezza il museo. L’iniziativa permetterà così una migliore fruizione e valorizzazione dell’imponente collezione di opere e beni, seconda al mondo dopo quella del Cairo.

Il progetto è in corso e sono già stati effettuati e pagati lavori per oltre 2/3 del totale. In occasione dell’International Open Data Day del prossimo 22 febbraio faremo una visita di monitoraggio civico per scoprire il progetto e verificare l’avanzamento dei lavori.

Questo è il programma della giornata:
9.45: ritrovo davanti al museo
10.00: incontro con i rappresentanti della Fondazione museale e della Zoppoli e Pulcher, impresa che sta realizzando dei lavori
11.20: visita guidata al museo (ingresso + guida ad un costo totale di circa 10/12 euro, in funzione del numero dei partecipanti)

Insieme scopriremo come si investe nella cultura e come si stanno impegnando a questo fine le risorse comunitarie, nazionali e regionali!
Se volete partecipare, iscrivitevi con una mail a  piemonte@monithon.eu  lasciando nome, cognome e numero di telefono entro venerdì 21 febbraio. Vi sono 25 posti disponibili, se volete partecipare, affrettatevi!!!
Alcuni di noi, promotori della visita a Torino, sono anche rintracciabili su Twitter: Europe Direct Torino@urukwavu@ire_rete,  Paola Chiesa o Lorenzo Benussi.

Verso Monithon-Palermo 2014: alla scoperta dell’Anello Ferroviario

A Palermo il traffico è l’ossessione di amministratori e cittadini, che da qualche anno si stanno dimostrando più attenti e interessati alle tematiche infrastrutturali e della mobilità.

In scia a questo piccolo risveglio culturale ed all’avvio dei cantieri di importanti opere per il trasporto pubblico, Palermo decide di partecipare all’OpenDataDay 2014 promuovendo un monitoraggio di un progetto che si appresta ad essere cantierizzato, l’Anello Ferroviario.

Sebbene non sia stato ancora effettuato alcuno scavo su strada, ritengo che un focus sullo stato attuale possa servire inanzitutto a creare un modello, seppur empirico e sicuramente migliorabile, di “monithon pre-cantiere”. Inoltre, può divenire un’occasione importante di reperimento di dati e opinioni che potranno in qualche modo influenzare scelte strategiche future attorno a quest’opera ed all’indotto che genererà.

Proveremo dunque a ricostruire le fasi salienti dell’iter burocratico del progetto che, tanto per cambiare, ha subito un sostanziale slittamento in avanti nel tempo, evidenziando i colli di bottiglia che lo hanno causato.

Come spesso avviene, grandi interventi territoriali spesso sono disconosciuti dalla cittadinanza prima che  essi impattino realmente sui centri urbani, motivo per cui la conoscenza dell’opera è fondamentale che si radichi sulla collettività. Sarà divertente (speriamo) testare un piccolo campione di persone.

Strettamente legato al tema comunicativo, andrà verificato se e quanto le stazioni appaltanti dell’opera (le amministrazioni) stanno facendo per formare ed informare i futuri utenti e quanto si rendono disponibili sul territorio per sfamare l’eventuale sete di informazioni sul progetto.

Infine, ma non meno importante, cercheremo di capire se questo progetto raccoglie giudizi positivi o negativi da coloro che hanno particolari voci in capitolo, come ingegneri dei trasporti e opinion leader di settore.

Insieme alla professionalità, alla dedizione e alla passione di Fabio Nicolosi (studente di ingegneria), Francesco Carollo (service designer, palermitano emigrato a Londra) e Daniele Lo Coco (appassionato di infrastrutture) daremo forma a quanto scritto sopra.

Qui a Palermo siamo già al lavoro e contiamo di coinvolgere nuovi soggetti  qua e là tra un’intervista e l’altra.

foto by http://www.giemmeargenta.it/

Maratona di monitoraggio del 22 febbraio: parte il conto alla rovescia

Mancano 9 giorni alla maratona di monitoraggio civico del 22 febbraio, che si terrà in occasione dell’evento internazionale Open Data Day.  Una maratona che abbiamo lanciato con questo post di alcuni giorni fa – con tutte le istruzioni per partecipare.

Per proporre un monithon o partecipare iscriviti alla mailing list aperta o scrivici a redazione@monithon.eu!

Alcune città hanno messo in programma le visite del 22 febbraio e scelto i progetti. Altre li stanno scegliendo ora.  Prepararsi qualche giorno prima è ovviamente molto importante, soprattutto se c’è da fare interviste o visite a sedi di aziende o locali pubblici che potrebbero non essere aperti (il 22 è un sabato!).

Ecco quindi cosa stanno progettando le città che sono già partite:

  • BARI – Report di monitoraggio in arrivo sui progetti Programma Nazionale (PON) Ricerca e Competitività ed in particolar modo sui 17 progetti pugliesi che hanno vinto il bando  “Smart Cities and Communities and Social Innovation” del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (Miur): trovate qui l’elenco.   Tra questi PopHub è stato già oggetto di un report di monitoraggio civico nel corso dell ODD13.
    Monithorare i progetti del PON Ricerca e Competitività 2007-2013 potrebbe risultare di particolare interesse perché è stato avviato un canale di comunicazione con l’Autorità di Gestione del PON Ricerca e Competitività per la restituzione dei feedback dei cittadini in linea con gli obiettivi del progetto Ritardi.0 che “si propone di individuare e analizzare le principali cause di rallentamento nell’attuazione dei progetti PON Ricerca Competitività 2007-2013 finanziati dal MIUR e di mettere in campo soluzioni per superare tali ritardi”.
    La sessione sarà a chiusa dell’associazione Akubari con le monithoners Paola Liliana Buttiglione e Chiara Ciociola.
  • COSENZA – Per l’occasione è nata nientemeno che una nuova associazione “Monithon Calabria”.  Anche a Cosenza l’idea è di iniziare i monitoraggi dai progetti di innovazione sociale finanziati dal PON Ricerca e Competitività.
    Trovate i giovani di Monithon Calabria sul gruppo FB.  Qui il programma della giornata.
    Qui invece il post dedicato alla Calabria con tutte le info!
  • PALERMO – E’ in fase (avanzata) di studio il primo “Monithon pre-cantiere“, un’idea uscita dal cappello di Giulio di Chiara che sfrutta il lato propositivo del monitoraggio civico.
    Qui il post su Palermo e l’Anello Ferroviario con tutte le info!
  • TORINO –  è stato scelto il progetto di rifunzionalizzazione, ampliamento, restauro e messa in sicurezza del Museo Egizio. I lavori hanno avuto inizio nel novembre del 2011 e dovrebbero essere a buon punto: l’andamento dei pagamenti è al 66%! Questo cantiere darà veste nuova ad una delle istituzioni culturali più importanti di Torino e del mondo (è il secondo museo egizio più importante per ricchezza di reperti conservati dopo quello di El Cairo), consentendone l’adeguamento tecnologico e un ampliamento di spazio espositivo.Edit 17/02: Per partecipare mandate una mail a piemonte@monithon.eu!
    Il monitoraggio si svolgerà sabato mattina con il seguente programma:
     – ore 9.45 ritrovo,
    – ore 10.00 incontro 
    con dei rappresentanti della Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino e dell’impresa Zoppoli e Pulcher che sta realizzando il progetto,
    – ore 11.30 visita al museo.
    Su twitter trovate alcuni promotori, quali Europe Direct Torino@urukwavu@ire_retePaola Chiesa o Lorenzo Benussi 
     Inoltre nella stessa giornata del 22 febbraio, ci sarà il lancio di un sito di dati aperti delle collezioni gestite dalla Fondazione Torino Musei. Maggiori informazioni sul sito ufficiale del Museo di Palazzo Madama.
  • FINALE EMILIA (Modena) – E’ confermato il laboratorio di crowdphotography sugli interventi finanziati nelle aree terremotate. I cittadini coinvolti potranno fare foto per documentare lo stato degli edifici, nonché delle imprese che hanno ricevuto fondi per la localizzazione post-terremoto dal POR FESR dell’Emilia-Romagna.  Tutto questo è a cura di un progetto di monitoraggio civico che ci piace moltissimo: OpenRicostruzione
  • NAPOLI – New entry già con un programma super che sta nascendo dal basso, sul web, nel più puro stile hackathon! Trovate un google doc dove segnarvi. E’ previsto il monithon al pomeriggio sul tema mobilità urbana. Per monithon.eu parteciperanno Marta Pieroni e Luigi Reggi. Già arruolati i ragazzi dell’I.T.I.S. Augusto Righi di Napoli che stanno partecipando a A Scuola di OpenCoesione.  Parteciperanno poi gli studenti di Ingegneria dell’Università di Napoli Federico II e gli studenti del progetto Diritto di Accesso Civico dell’Università di Salerno.  Proprio questi ultimi stanno già lavorando sul monitoraggio civico dei progetti per la raccolta differenziata: nei comuni in provincia di Salerno (Pellezzano, Eboli,  Buccino, Palomonte) e Santa Maria La Carità in provincia di Napoli; altri hanno realizzato il monitoraggio civico del Grande Progetto del completamento della Linea 1 della Metropolitana di Napoli.
  • SALERNO – Campus di Fisciano – Un Post-Open Data Day su monitoraggio civico e data journalism alla Scuola di Giornalismo che si terrà lunedì 24 dalle 10 alle 16 dal titolo: “Rifiuti: dagli open data alle notizie”. L’evento è organizzato in collaborazione con Legambiente Campania e Fanpage con lo scopo di fare incontrare responsabili della comunicazione delle istituzioni che amministrano i finanziamenti, gli studenti che hanno realizzato i monitoraggi dei progetti su piani di raccolta differenziata, studenti coder, giornalisti interessati agli open data relativi agli investimenti pubblici e alle informazioni ambientali e le imprese che riutilizzano i materiali differenziati e che per questo vorrebbero maggiori informazioni sui piani di raccolta differenziata comunali per incrementare la loro produttività.

Nasce Monithon Calabria

Siamo ragazzi calabresi che nell’anno accademico 2011/2012 hanno frequentato il Master in  ”Marketing Intelligence e Tecniche di Mercato per Energia e Ambiente”, promosso dall’Istituto Piepoli e dall’Università “Dante Alighieri” di Reggio Calabria.

Da poco abbiamo deciso di intraprendere una nuova sfida, creando un’Associazione di Promozione Sociale e legandoci ad un’iniziativa indipendente di monitoraggio civico di progetti finanziati dalle politiche europee conosciuta come Monithon.

Dapprima tutto è partito da un’idea della dott.ssa Filomena Tucci e dalla voglia di rendere la Calabria protagonista di un’iniziativa globale, l’“Open Data Day”, che si terra giorno 22 febbraio 2014,  per fare e diffondere i dati aperti.

In ogni parte d’Italia le persone si incontreranno online o di persona per costruire valore sui i dati aperti. Chiunque è invitato a partecipare: dai cittadini curiosi ai giornalisti, dai programmatori agli scienziati, dai designer agli esperti di dati.

Qui nasciamo noi: un gruppo di professionisti, cittadini, utenti, consumatori vogliosi di capire quali sono le opere finanziate con fondi pubblici, le problematiche sottese ai lunghi tempi necessari per la realizzazione di un progetto, le difficoltà sopraggiunte, i correttivi per accelerare i tempi tecnici, così come esaltare le vittorie ottenute nel nostro territorio.

Monithon Calabria vuole essere, pertanto, una finestra positiva tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione.

Le nostre fonti principali sono OpenCoesione e monithon.eu i primi portali telematici ed interattivi sull’attuazione degli investimenti programmati nel ciclo 2007-2013 da Regioni e amministrazioni centrali dello Stato con le risorse per la coesione.

I dati sono pubblicati perché i cittadini possano valutare se i progetti corrispondono ai loro bisogni e se le risorse vengono impegnate in modo efficace. Ma i dati hanno bisogno di un interprete ed è proprio in quest’attività che la nostra associazione si vuole rendere utile.

Attualmente stiamo lavorando nel territorio di Cosenza dove abbiamo trovato un’amministrazione collaborativa e smart, che ha creduto in noi e nella nostra iniziativa.

Nel Comune di Cosenza l’assessore all’innovazione, dr. Geppino De Rose, sta da tempo  lavorando al rilascio di Open Data e parteciperà all’evento internazionale open data day, come da programma.

Anche per questo abbiamo deciso di partire da qui, da Cosenza, con il monitoraggio di un progetto di social innovation.

Proprio da Cosenza, tra l’altro, Sabato 22 Febbraio 2014, nel giorno della maratona nazionale di monitoraggio civico, presenteremo il nostro progetto alla stampa, agli attori locali, agli stakeholders, alla scuola e all’università.

Ci proponiamo di diventare un movimento trainante della società, coinvolgendo direttamente i cittadini nell’attività di monitoraggio.

Vorremmo diffondere la cultura degli open data, ampliare la consapevolezza e il libero uso degli stessi attraverso contatti fra persone, aziende ed associazioni ed anche stimolando gli enti pubblici con azioni, proposte e progetti, al fine di rendere accessibili ed utilizzabili i dati.

Saranno nostri complici le nuove generazioni, i reali fautori di una rivoluzione culturale volta a conoscere, salvaguardare e valorizzare il nostro territorio e le new ideas.

Invitiamo, pertanto, tutti coloro che volessero condividere il nostro viaggio a salire a bordo e prendere contatti con Monithon Calabria.

I giovani di Monithon Calabria

 

Il monithon di Rizzo e Stella

Il processo di degrado del Mezzogiorno è l’oggetto dell’inchiesta condotta da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella nel libro Se muore il Sud.

Un intero capitolo (E Bruxelles finanzia Don Ciccio) è dedicato proprio ai progetti finanziati dalle politiche di coesione, i cui fondi sono monitorati dal portale OpenCoesione e il cui andamento e risultato possono essere monitorati dai cittadini su Monithon.

Sergio Rizzo aveva già affrontato il tema “Fondi dell’Europa” (e sul nostro blog ne abbiamo parlato qui). La critica mossa ora dai due giornalisti  è sostanzialmente la stessa: l’Italia ha disperso i fondi delle politiche di coesione in decine di migliaia di progetti, che gli autori definiscono in maniera forte “prebende clientelari”, e questi finanziamenti a pioggia per enti ed imprese rendono, a loro parere, più difficile effettuare controlli.

“(…) impressiona che di quella montagna di pubblici denari solo due progetti (il completamento della metropolitana di Napoli e il raddoppio del passante palermitano da Brancaccio a Punta Raisi) prevedano una spesa superiore al miliardo di euro e solo altri due sopra il mezzo miliardo. Tutti gli altri stanno sotto. Un pulviscolo finissimo. Che disperde quei capitali indispensabili per le opere pubbliche e porta solo a migliaia di singoli qualche sollievo momentaneo

Di questo “pulviscolo finissimo”, vengono riportati nel testo solo alcuni progetti. Li elenchiamo qui, raggruppandoli sulla base della procedurainflatable bouncers di attivazione (che rende immediatamente comprensibile la ragione del finanziamento erogato), con la speranza che ispirino i cittadini monitoranti.

  • regime di aiuti ad imprese commerciali
  1. Trattoria Don Ciccio di Castronovo Francesco e Castronovo Salvatore  & C.
  2. Agenzia funebre di Centineo Carmelo & C.
  3. Macelleria Ileana SAS di Destro Pastizzaro Nunzio
  • regime di aiuti ad imprese artigiane
  1. Pizzo Pippo
  2. Profumo di lavanda di Cosentino MarcellaGelateria Mozart di Filippo Giancalone & C. 

Come nell’articolo della scorsa estate, anche nel capitolo preso in esame sono nuovamente oggetto di particolare menzione alcuni progetti il cui stato di avanzamento è nullo.

Alcuni fra questi  (Sistema logistico integrato del porto di NapoliQuarto mega-lotto della 106 JonicaConvenzione con il Ministero del Lavoro per piano di formazione professionaleerano presenti anche in questo post, che ha centrato infine l’obbiettivo prefissato: due dei progetti in elenco sono stati monitorati (Adeguamento ferroviario dell’area metropolitana Nord-barese, Metropolitana leggera di Sassari)!

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Anche in questo caso,  è importante dare un contributo dal basso affinché questi progetti possano essere infine portati a termine.
Per agevolare l’attività di monitoraggio abbiamo inserito i progetti bloccati citati da Rizzo e Stella sulla mappa nell’home page di Monithon.

Basta selezionarli dall’elenco sulla destra della mappa. Poi, cliccando su ciascuna icona, potete creare un report di monitoraggio civico a partire dalla informazioni di base già presenti su OpenCoesione.

Rizzo e Stella hanno forse ragione nell’affermare che i 723.354 progetti finanziati ad oggi dalle politiche di coesione sono di non facile controllo, fosse solo per una questione puramente numerica, ma Monithon ci offre la possibilità di monitoraggio capillare sul territorio nazionale, poiché ogni cittadino può pubblicare il proprio report su uno qualsiasi dei centinaia di migliaia di progetti tracciati su OpenCoesione. Inoltre esiste una diversa chiave di lettura dello stesso dato contestato, ovvero l’alto numero alto di progetti finanziati: l’ho trovata tra le FAQ di OpenCoesione.

“I progetti in OpenCoesione si riferiscono a azioni finanziate nell’ambito delle politiche di coesione e individuate da un atto amministrativo autonomo (per esempio, un bando, una graduatoria, un’intesa, un contratto, etc.). In alcuni casi più progetti sono parte di un singolo intervento o sono tra loro coordinati nell’ambito di un’unica strategia di intervento. Poiché le politiche di coesione intervengono in settori molto diversificati, i progetti possono avere dimensioni finanziarie, estensioni territoriali e contenuti tematici tra loro molto diversi.”

Senza voler entrare nel merito della questione specifica, è chiaro che un solo progetto non dice molto della strategia di intervento complessiva: il “pulviscolo finissimo” finanziato dai fondi strutturali ha come fine ultimo quello di migliorare il contesto in ambiti territoriali ben definiti, laddove le politiche ordinarie non possono per loro natura declinare soluzioni specifiche. I progetti finanziati sono dunque di taglia differente, di natura diversa e di settori differenziati e sono accomunati dall’obbiettivo di produrre uno sviluppo autonomo nelle aree arretrate.  Per questo è necessario domandarsi non solo come sono stati spesi i soldi ma anche che effetto hanno avuto gli investimenti.

Ed a questo scopo la prassi del monitoraggio civico che Monithon cerca di promuovere non si limita alla denuncia.   Allo studio dei dati di OpenCoesione (come sono stati spesi i soldi) segue sempre, da parte del “cittadino monitorante” (il cui identikit in 11 punti potete rileggere qui), la verifica sul posto, con la raccolta di evidenze: materiale fotografico, video, interviste a chi sta realizzando il progetto o ai beneficiari ultimi dello stesso etc. (ovvero che effetto hanno avuto gli investimenti).

I dati raccolti dai cittadini monitoranti sono utili non solo nel caso in cui la strategia attuata risulti fallimentare, ma anche qualora quei dati possono invece raccontare storie di “buone pratiche”: queste valutazioni saranno poi fondamentali per perfezionare le politiche finalizzate allo sviluppo, che hanno un largo margine di incertezza dovuto al fatto che non esiste una formula per promuovere lo sviluppo, ma solo strategie utili allo scopo, calibrate sulle situazioni territoriali specifiche.

#beumarell