11 punti per l’identikit del monithoner perfetto

Quando prepariamo una torta e la mettiamo in forno è fondamentale controllarla periodicamente per verificare che la cottura vada a buon fine e che l’impasto lieviti per bene. In quell’istante stiamo “monitorando”, ovvero verifichiamo che il risultato ottenuto sia conforme alle nostre attese.

Allo stesso modo, quando paghiamo le tasse (che sono un pò come gli ingredienti della nostra torta) abbiamo il diritto di ricevere dei servizi funzionanti, ovvero il godimento della torta stessa, calda e morbida.

Sebbene possa sembrare un paragone alquanto astratto, ricevere un servizio pubblico è frutto di una serie di azioni e attività programmate, inserite in un arco temporale e portate avanti da precise figure professionali, posto un budget predefinito.  Non tutti ancora percepiscono tale iter, dando per scontato che qualsiasi opera pubblica realizzata sia in realtà la reincarnazione della perfezione e dunque risponda ad ogni singola esigenza collettiva, anche la più maniacale.

In realtà ogni step progettuale è ideato e gestito da uomini (non da macchine) e può contenere bug, incoerenze o può necessitare di modifiche in corso.

Per tali ragioni, e per tante altre, i cittadini non devono subire passivamente questi eventi, rendersi partecipi alla vita della propria città monitorando ciò che avviene sotto il portone di casa, mantenendo il profilo di utilizzatore finale, non di progettista.

Nella personale esperienza ho riscontrato una serie di caratteristiche ricorrenti tra coloro che io mi sento di definire dei “cittadini monitoranti“. L’elenco delle peculiarità seguenti è assolutamente personale e servirà al lettore, quasi per gioco, ad identificare in se stesso e nei propri conoscenti quell’anima “monitorante” che auspico venga coltivata in ogni abitante di una “civitas”:

  1. attaccamento al territorio: soltanto chi ha a cuore le sorti della propria terra sarà interessato a conoscere cosa avviene nel proprio territorio
  2. curiosità: è l’ingrediente che muove il mondo. Avere una buona dose di curiosità distingue un cittadino comune da un altro che non subisce passivamente tutto ciò che lo circonda
  3. spirito di osservazione: saper scatenare la propria curiosità a partire dall’osservazione anche di un piccolo dettaglio genera meccanismi virtuosi di ragionamenti che inducono ad informarsi, documentarsi ed esprimere opinioni oggettive.
  4. oggettività: un buon cittadino monitorante non ragiona con pregiudizio e in preda alla disinformazione. Viceversa, prova a documentarsi quel tanto che basta per poter esprimere il proprio punto di vista.
  5. disponibilità al movimento: monitorare significa anche essere disposti a spostarsi per osservare o reperire un’informazione. Nessuna informazione cadrà dal cielo o si troverà magicamente stampata all’interno della nostra buca delle lettere. In genere, i ciclisti sono molto avvantaggiati in tal senso, perché dal loro mezzo riescono ad avere maggiore libertà di movimento e capacità di osservazione a 360°.
  6. passione: è innegabile che un pizzico di passione sia indispensabile. Essa può essere declinata in base alla propria formazione professionale (ad esempio è inevitabile che un ingegnere dei trasporti segua l’evoluzione del tram sotto casa), alle proprie attitudini (un ciclista sarà vigilante sul grado di sicurezza della pista ciclabile appena realizzata) o semplicemente alle sorti del proprio territorio.
  7. “diffidenza”:  scritto tra virgolette perché si intende quella diffidenza dal recepire come “vera” ogni informazione che si riceve dall’esterno (giornali, media, politica).
  8. capacità relazionali: sebbene non sia richiesto fare dei provini televisivi, saper reperire informazioni o proporre delle idee implica contatti umani (responsabili di aziende, assessorati, uffici etc) che vengono compromessi nel momento in cui non ci si pone con la giusta dose di rispetto per la disponibilità e la  professione altrui.
  9. propositività: lamentarsi è una attività fine a se stessa qualora non accompagnata da un’indicazione o un suggerimento propositivo. Saper muovere una critica implica una serie di condizioni di cui al punto 4, 7 e 8, ma generalmente accompagnare ad essa un’idea o una visione aiuta a comprendere il motivo della critica stessa. Più in generale, essere propositivi agevola i rapporti umani con gli interlocutori e il raggiungimento di un obiettivo nel minor tempo possibile.
  10. condivisione: un cittadino monitorante deve saper condividere le informazioni in suo possesso con altre persone, al fine di intercettare diversi punti di vista e avviare un confronto oggettivo sulla questione. Ancorarsi sulle proprie posizioni spesso scaturisce osservazioni sterili o superficiali.
  11. costanza: l’ingrediente fondamentale che sta alla base dei 10 punti precedenti. Monitorare qualcosa non lo prescrive il medico e implica una serie di circostanze e contesti che possono indurre a perdere facilmente la pazienza. Perseverare in tal senso è l’unico modo per provare a ottenere le risposte desiderate.

E non dimenticate una macchina fotografica!

Giulio Di Chiara

(foto by http://www.siamoalcompleto.it/)

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