Guida al monitoraggio civico – Tema: Agenda Digitale

Linee di indirizzo strategico dell’Accordo di Partenariato 2014-2020

L’Agenda Digitale Europea[1] fissa obiettivi e target ambiziosi e trasversali alle diverse politiche che spaziano dalla diffusione della banda larga e ultra larga (accesso da parte di tutti i cittadini ad internet a una velocità di almeno 30Mbps e 50 per cento delle famiglie collegate a 100Mbps entro il 2020), all’interoperabilità e la sicurezza dei sistemi e dei servizi, all’utilizzo dei servizi digitali, all’inclusione e alfabetizzazione digitale, alla ricerca e sviluppo in campo ICT, all’utilizzo delle tecnologie in settori specifici in risposta ai bisogni della società. 

Rispetto ai traguardi europei, l’Italia mostra gravi ritardi229, soprattutto per il deficit infrastrutturale nella copertura a banda ultra larga e una generalizzata debolezza della domanda (utilizzo delle tecnologie e competenze digitali) che riguarda sia i cittadini che le imprese (cfr. sezione 1.1.3 – Obiettivo Tematico 2). L’analisi territoriale evidenzia divari geografici, situazioni di particolare arretratezza in aree interne, rurali o marginali e potenzialità inespresse nelle aree industriali legate alla carenza di copertura in banda ultra larga.

L’attuazione dell’Agenda Digitale Italiana assume quindi un ruolo centrale sia per conseguire obiettivi di crescita, come conseguenza di un miglioramento della produttività delle imprese e dell’efficienza della pubblica amministrazione, sia di inclusione sociale e libertà sostanziale dei cittadini, in termini di opportunità diffusa di partecipazione ai benefici della società della conoscenza. Tale rilevanza strategica trova radici non solo negli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea, ma anche nell’importanza crescente riconosciuta alle General Purpose Technologies (GPT), in particolare alle ICT, nel discorso corrente sull’innovazione nelle imprese anche nei settori tradizionali (ICT-using sectors), che si riflette sulla Strategia di Specializzazione Intelligente nazionale (cfr. Obiettivi Tematici 1 e 3).

Le strategie per l’Agenda Digitale – definite a livello nazionale e regionale – sono volte al superamento dei divari esistenti e al sostegno della capacità innovativa del Paese. Nell’ambito della più ampia azione di governo, l’approccio strategico alla definizione delle priorità di intervento mira ad assicurare lo sviluppo bilanciato di tutte le componenti dell’Agenda Digitale, evitando possibili disequilibri (a) tra gli investimenti in infrastrutture di ICT e quelli per lo sviluppo di servizi, (b) tra interventi in favore dell’offerta (creazione di public eServices e reti in banda ultra larga) e quelli in favore della domanda (diffusione delle ICT tra le famiglie, creazione di competenze digitali, ecc.). L’obiettivo complessivo tiene conto delle priorità territoriali e settoriali, in linea con l’esigenza di offrire le medesime opportunità nelle diverse aree del Paese e rispondere a bisogni specifici con più prontezza e favorendo la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti. Il livello nazionale, che vede nell’Agenzia per l’Italia digitale il soggetto preposto all’attuazione dell’Agenda digitale italiana secondo quanto previsto dalla L. 134/2012, assume un ruolo determinante nel proporre obiettivi e target misurabili, priorità e interventi coordinati di carattere nazionale (open data, data center, cloud, ecc.), nell’indirizzare e coordinare le scelte tecnologiche, la definizione e l’adozione di standard comuni (autenticazione, accesso, anagrafica, cooperazione applicativa, ecc.) per la diffusione di soluzioni pienamente interoperabili nei vari settori di intervento (es. sanità, istruzione, giustizia, e-procurement, ecc.), nell’adottare un sistema comune di monitoraggio e di indicatori che misurino il livello di implementazione delle misure. Gli strumenti e le risorse disponibili sono chiamati a concorrere e contribuire agli obiettivi, in modo coordinato e complementare tra i diversi livelli di governo, evitando la dispersione di risorse e facendo leva sulle economie di scala tipiche dei processi digitali. 

La politica di coesione contribuisce alla realizzazione dell’Agenda digitale italiana attraverso gli interventi dei Programmi Operativi Regionali e Nazionali, focalizzati su tre aree di intervento principali: infrastrutture, servizi digitali e stimolo alla domanda di ICT, in linea con le priorità individuate a livello nazionale. 

Nell’ambito dell’Obiettivo Tematico 2 saranno sostenute le azioni per le infrastrutture di connettività, altri servizi infrastrutturali e abilitanti (es. razionalizzazione dei data center e SPID, cloud computing, open data), iniziative di e-goverment e e-procurement e in particolare i servizi nei settori della sanità, della giustizia, turismo, beni e attività culturali, nonché i servizi alle imprese. Le applicazioni ICT sono inoltre prioritarie nell’ambito delle politiche più strettamente territoriali quali l’Agenda urbana (smart city) e aree interne (accessibilità ai servizi essenziali)[2]

Le azioni di policy, inoltre, tengono conto della necessità di garantire lo sviluppo delle aree produttive del Paese che presentano ancora un ritardo a livello sia di infrastrutturazione che di utilizzo effettivo delle nuove tecnologie. E’ considerata la rilevanza strategica della disponibilità di banda ultra larga e lo sviluppo di servizi on line per migliorare la qualità della vita dei cittadini prioritariamente nelle aree interne e rurali, in particolar modo in quelle più remote, per compensare l’isolamento fisico e per consentire l’accesso ai servizi e a mercati diversi da quelli locali. 

Gli interventi per raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea per il 2020 si innestano nel quadro strategico e di governance descritto e sono sinergici con i Piani settoriali nazionali definiti a questo scopo (ad es. Progetto Strategico Banda Ultra Larga il cui coordinamento è in capo al Ministero per lo Sviluppo Economico[3], Piano per la Sanità Digitale).

Per evitare l’eccessiva frammentazione degli interventi sperimentata in passato, le azioni da realizzare nell’ambito della politica di coesione devono essere utilmente sistematizzate con le misure finanziate con risorse ordinarie pubbliche e dovranno, quindi, garantire il necessario coordinamento con le indicazioni, gli standard comuni e le strategie definite a livello centrale, nel quadro complessivo di governance definito nella Strategia nazionale per la crescita digitale. 

A tal fine, è prevista presso l’Agenzia per l’Italia Digitale l’istituzione di un luogo di coordinamento degli interventi per attivare un confronto costante che assicuri la loro più efficace attuazione e coinvolga, oltre all’Agenzia, le Autorità di Gestione dei Programmi e i settori regionali responsabili degli interventi, l’Agenzia per la Coesione, le Amministrazioni centrali responsabili di Programmi, nonché altre Amministrazioni centrali.

Gli interventi da programmare mirano al conseguimento dei risultati di seguito rappresentati. 

Riduzione dei divari digitali nei territori e diffusione di connettività in banda ultra larga (RA 2.1).   Dal lato dell’offerta infrastrutturale, i fabbisogni di investimento pubblico per copertura in banda ultra larga ad almeno 30Mbps sono pari a circa 1,9 miliardi di euro, concentrati in prevalenza nel Centro-Nord[4], mentre il fabbisogno per una copertura ad almeno 100Mbps per il 100 per cento dei cittadini è stimato in circa 14 miliardi[5].

La politica di coesione contribuisce a farvi fronte attraverso la realizzazione degli interventi di infrastrutturazione, a partire dalle aree prioritarie, quali le aree interne, le aree rurali e le aree produttive, per poi estendere la copertura al resto del territorio. L’identificazione delle aree e il tipo di infrastruttura saranno decise sulla base dell’analisi del contesto regionale, prendendo in considerazione gli obiettivi del piano nazionale NGN e le esigenze di recupero della competitività. Le aree produttive sono individuate tra le aree prioritarie per la realizzazione di infrastrutture ad almeno 100 Mbps. Gli interventi saranno attuati nel quadro di una condivisione tra il livello centrale e regionale in merito alla distanza dai target da raggiungere e alle azioni esistenti o da intraprendere per colmarli con le risorse della politica di coesione o altre risorse (quali ad esempio il Fondo di Sviluppo e Coesione). Il contributo della politica nel suo complesso sarà di 2.103,4 milioni di euro, di cui 257,9 milioni di euro di FEASR (tali risorse potranno essere aggiornate sulla base dell’analisi dei fabbisogni delle singole regioni e degli investimenti che saranno realizzati a valere su altre risorse finanziarie). Con riferimento alle risorse FESR, nel grafico alla fine della sezione è riportato il dettaglio per area (434,8 milioni di euro nelle regioni più sviluppate e in transizione e 1.410,8 milioni di euro nelle regioni meno sviluppate). 

Tale contributo assume un ruolo determinante in particolare nelle regioni meno sviluppate, dove le risorse allocate consentono di coprire i fabbisogni esistenti per garantire la copertura ad almeno 30 Mbps a tutti i cittadini e sufficiente a fornire un contributo decisivo alla copertura infrastrutturale a 100 Mpbs. Gli interventi saranno attuati in coordinamento con azioni finanziate con le risorse nazionali (a partire da quelle relative al Fondo di Sviluppo e Coesione, la cui programmazione degli interventi e l’assegnazione delle relative risorse finanziarie, in corso di definizione con apposita delibera CIPE) e/o regionali per raggiungere gli obiettivi NGN di Europa 2020.

Gli interventi del FESR saranno attivati prevalentemente attraverso il Progetto Strategico Banda Ultra Larga, o comunque in stretto coordinamento con lo stesso, laddove si registra un fallimento del mercato, sulla base di un’analisi economica che stabilisca i criteri per la prioritizzazione delle azioni definiti con le Regioni. Attraverso la stipula di appositi accordi e convenzioni operative con le Regioni, il Ministero per lo Sviluppo Economico coordina l’attuazione degli interventi, considerandoli nel loro insieme[6], secondo i criteri di priorità definiti e i modelli di intervento scelti in base alle caratteristiche dei diversi contesti territoriali. Gli interventi dovranno essere future-proof e designati con una prospettiva di lungo termine (per evitare le duplicazioni) volta a colmare il gap di competitività e attrattività rispetto alle aree più avanzate in Europa e nel mondo. Nelle aree rurali, il FEASR concorre, assieme al FESR, a garantire nelle aree C e D infrastrutture per il raggiungimento degli obiettivi NGN (Next Generation Networks) di Europa 2020 in coordinamento con gli interventi finanziati con i fondi nazionali e/o regionali. In particolare, nell’ottica di assicurare una concentrazione delle risorse nei territori rurali più deboli dove le carenze infrastrutturali sono maggiori (come evidenziato nella sezione 1.1.3), il FEASR assegnerà una priorità di intervento alla copertura dei fabbisogni dei comuni rurali di piccole e medie dimensioni e a più bassa densità abitativa, anche attraverso l’aggregazione della domanda all’interno di grandi interventi integrati. Inoltre, il FEASR finanzia l’ultimo miglio, sempre in tali aree – in caso di fallimento di mercato – e a completamento degli investimenti già realizzati nelle aree rurali per le infrastrutture, in linea con gli obiettivi NGN europei. Le aree interessate dagli interventi del FESR, FEASR e del Fondo di Sviluppo e Coesione sono mappate nell’ambito del Piano nazionale NGN per assicurare la complementarità dei differenti interventi ai fini del raggiungimento degli obiettivi EU NGN entro il 2020.

Digitalizzazione dei processi amministrativi e diffusione di servizi digitali pienamente interoperabili (RA 2.2). Occorre intervenire per consolidare e razionalizzare l’infrastruttura ICT pubblica, necessaria a garantire l’erogazione di servizi innovativi di qualità adeguata da parte della PA in un contesto di sicurezza e business continuity. L’obiettivo è di trasformare l’infrastruttura tecnologica pubblica in un asset strategico su cui concentrare, grazie anche al contributo dei Fondi strutturali, azioni, investimenti per il rafforzamento e l’adeguamento tecnologico, nonché per la gestione di dati e servizi in cloud computing. Nella progettazione degli interventi sarà fondamentale il raccordo con le iniziative attuate nell’ambito dell’Obiettivo Tematico 11. 

Iniziative per la realizzazione e la razionalizzazione di data center vanno sviluppate parallelamente alla progettazione e realizzazione di nuovi servizi e banche dati da implementare nella nuova infrastruttura, in modo che si possano apportare fin da subito vantaggi diretti nel rapporto tra PA, cittadini e imprese. Esse sono realizzate nel pieno rispetto delle linee guida e degli obiettivi per la razionalizzazione dell’infrastruttura digitale della PA definite a livello nazionale e in coerenza con il Piano di razionalizzazione elaborato dall’Agenzia per l’Italia digitale.

Inoltre, la piena interoperabilità dei sistemi e dei servizi è da considerarsi requisito prioritario per garantire la qualità dei servizi erogati a cittadini e imprese. In tal senso, vanno portate avanti opportune iniziative di adeguamento dei sistemi informativi regionali e locali a standard comuni, nell’ambito dell’infrastruttura nazionale di connettività e cooperazione, procedendo quindi verso un’operatività reale e completa dei sistemi, con riguardo non solo ai servizi erogati sul territorio, ma anche ai processi tra le Amministrazioni, sia centrali che regionali e locali. In particolare, gli interventi sono volti a favorire la diffusione dei servizi eGoverment, la costruzione di piattaforme integrate e interoperabili laddove non sono state finanziate nel passato e la condivisione delle banche dati pubbliche. I servizi vanno sviluppati secondo la logica del riuso per sostenere l’adozione di applicazioni informatiche, di pratiche tecnologiche/organizzative comuni e condivise fra più Amministrazioni, promuovendo lo scambio di ogni utile informazione ai fini della piena conoscibilità delle soluzioni adottate, dei costi, dei benefici e dei risultati ottenuti. Date le condizioni di contesto e l’evidente valore in termini di risultati conseguibili, è considerato prioritario intervenire in particolare nell’ambito della sanità elettronica, della giustizia e in generale in direzione di un miglioramento dei servizi alle imprese. La politica di coesione sostiene a tale scopo i progetti nazionali e regionali complementari. Gli interventi sono coordinati nell’ambito della Strategia Nazionale sulla Crescita Digitale. In particolare, la realizzazione di piattaforme di e-procurement viene sostenuta in linea con la strategia nazionale sul temache sarà definita nel rispetto della legislazione comunitaria (cfr. Obiettivo Tematico 11).

Relativamente agli obiettivi di sviluppo urbano[7], va favorita la proposta di soluzioni intelligenti al fine di migliorare la qualità della vita dei cittadini, anche attraverso politiche di sostegno alla costruzione di capacità specifiche nel perimetro delle tecnologie per le smart communities, facilitando la realizzazione di città intelligenti e valorizzando gli specifici asset locali (patrimonio culturale, centri storici, attrattori turistici, risorse naturali, ecc.). Tali soluzioni rappresentano un fattore abilitante della “crescita verde” nei più svariati settori dell’economia e saranno sviluppate in raccordo con gli altri Obiettivi Tematici (ad esempio, sono previsti, nell’Obiettivo Tematico 4, il supporto all’infomobilità e gli interventi relativi alle smart grid e, nell’Obiettivo Tematico 3, la modernizzazione del sistema imprenditoriale logistico a sostegno dell’intermodalità). 

Potenziamento della domanda di ICT di cittadini e imprese in termini di utilizzo dei servizi online, inclusione digitale e partecipazione in rete (RA 2.3). Nel periodo 2014-2020, più che nelle passate programmazioni, è determinante l’attenzione ai profili di domanda, in un approccio integrato tra offerta di infrastrutture e servizi e miglioramento delle capacità di utilizzo da parte di cittadini, imprese e PA. Il risultato atteso 2.3 mira a colmare i gap esistenti da parte di cittadini e imprese in relazione all’uso di servizi digitali, a rendere inclusivo l’accesso ai benefici della società della conoscenza e a favorire la partecipazione attiva dei cittadini alla vita democratica. 

Il FESR contribuisce alla realizzazione di soluzioni tecnologiche a supporto dello sviluppo delle competenze, in particolare delle competenze digitali (ad esempio per la formazione dei giovani e per la creazione delle nuove professionalità digitali), gli interventi di alfabetizzazione digitale per l’inclusione sociale e l’acquisizione delle competenze avanzate per l’innovazione e lo sviluppo economico, ad esempio e-skills dei giovani imprenditori (complementari con interventi finanziati negliObiettivi Tematici 8, 9, 10 e 11). Verrà altresì supportata la creazione di piattaforme e altri strumenti digitali per l’open government e l’open data (complementari con interventi finanziati nell’Obiettivo Tematico 11), come ad esempio le iniziative per la trasparenza, collaborazione, co-progettazione dei servizi pubblici e il monitoraggio civico delle politiche pubbliche. 

Inoltre, sono inclusi interventi diretti a valorizzare le competenze e il contributo della cittadinanza, delle istituzioni locali, delle imprese e delle associazioni territoriali alla soluzione di problemi sociali (smart citizenship) attraverso la diffusione di iniziative che facilitino la messa in rete di informazioni e servizi (es. crowdsourcing e nuove forme di collaborazione con la PA) e, nel contempo, stimolino l’utilizzo dei servizi pubblici digitali. Risponde allo stesso obiettivo, ad esempio, la costituzione di luoghi pubblici di condivisione e innovazione, il supporto al wi-fi pubblico e il sostegno alla diffusione di spazi di co-working. 

Il FEASR integrerà le azioni del FESR e del FSE sulla domanda con interventi specifici per la formazione e l’alfabetizzazione, l’innovazione e l’adozione delle TIC nelle imprese agricole e dell’agroindustria, e per le PMI  nelle aree rurali nell’ambito dell’OT 10.  

Gli interventi FEASR per promuovere l’accessibilità, l’uso e la qualità delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) nelle zone rurali saranno in linea con gli obiettivi della strategia sulla crescita digitale nazionale e saranno implementati seguendo il quadro comune di monitoraggio nazionale tenendo conto degli indicatori e obiettivi dell’Agenda Digitale Europea.

INTEGRAZIONE E COLLEGAMENTI CON ALTRE AREE TEMATICHE

La natura stessa di questo ambito di policy lo rende fortemente trasversale agli interventi di diversi Obiettivi Tematici. In particolare, in relazione alle aree tematiche Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione (OT1) e Competitività dei sistemi produttivi (OT3), la strategia delineata nelle pagine precedenti si integra con la Smart Specialisation Strategy, ivi inclusi gli interventi a supporto del commercio elettronico, del cloud computing e della modernizzazione del sistema imprenditoriale logistico per l’intermodalità (anche in raccordo con l’Obiettivo Tematico 7). La strategia ICT si articola e si relaziona, inoltre, con diverse azioni dell’Accordo di Partenariato: gli interventi in materia di infomobilità in aree urbane e per le smart grid sono infatti inclusi nell’Obiettivo Tematico 4.

Le competenze digitali e gli interventi complementari a loro sostegno occupano un ruolo centrale nella strategia complessiva del ciclo di programmazione 2014-2020, articolata in più Obiettivi Tematici: le azioni di alfabetizzazione e di inclusione digitale rientrano nella mission dell’Obiettivo Tematico 9, mentre l’Obiettivo Tematico 8 include interventi riguardanti l’acquisizione di eSkills per le nuove professioni legate al digitale. Non meno rilevante, inoltre, è il sostegno alla diffusione della società della conoscenza nella scuola e nella formazione, nonché all’adozione di strumenti didattici innovativi anche on line (e-Learning), entrambi previsti nell’OT10.

Infine, è di tutta evidenza il legame stringente tra l’Obiettivo Tematico 2 e le azioni in cui è articolata la strategia di capacitazione amministrativa (OT11) che va dalla diffusione e utilizzo degli open data e pratiche di open government, alla digitalizzazione e diffusione dei processi amministrativi e servizi digitali, elementi chiave per la partecipazione attiva e l’inclusione digitale.


[1] Cfr. anche le Raccomandazioni specifiche della Commissione europea per l’Italia al PNR 2013. 229 Cfr. Scoreboard Agenda digitale europea 2014.

[2] Le analisi delle disparità e esigenze di sviluppo (cfr. sezione 1.1.3.) relative ai servizi nei settori elencati sono comprese nell’ambito degli Obiettivi Tematici pertinenti (1, 3, 6, 11) e nelle sezioni relative all’agenda urbana e alla strategia nazionale per le aree interne.

[3] Direzione generale per i servizi di comunicazione elettronica, di radiodiffusione e postali

[4] Investimento pubblico necessario per raggiungere la copertura totale del territorio nazionale. Non sono compresi gli investimenti privati autonomi o in co-finanziamento.

[5] I fabbisogni sono rilevati dal MISE in occasione delle periodiche consultazioni pubbliche con gli operatori di telecomunicazioni, che riguardano 94000 aree comunali e sub-comunali. Essi potranno essere aggiornati a seguito della consultazione in corso.

[6] Cfr.  Nuova guida all’investimento nella banda larga: http://ec.europa.eu/regional_policy/information/brochures/index_en.cfm#5  

[7] Cfr. le opzioni previste per l’attuazione dell’agenda urbana.